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ENZO GAMBELLI Tra estetica della caducità e archeologia contemporanea

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[Press release available in Italian only]

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“Enzo Gambelli: Tra estetica della caducità e archeologia contemporanea”

L’artista senese espone ad Arezzo a Via Cavour 85 dal 2 al 22 aprile 2017

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AREZZO – Domenica 2 aprile 2017 alle ore 18, negli spazi espositivi di Via Cavour 85 ad Arezzo, si inaugurerà la mostra personale “Enzo Gambelli: Tra estetica della caducità e archeologia contemporanea”. La protagonista è un autore di eccellenza senese.

 

LA MOSTRA

La mostra accoglie circa 11 opere recenti realizzate da Enzo Gambelli, un assaggio di pitture coloratissime con superficie stimolanti che danno riflessione e valore alla memoria archeologica. L’esposizione è a cura di Danielle Villicana D’Annibale, direttrice artistica e fondatrice di Via Cavour 85, in collaborazione con Maurizio D’Annibale, ed è organizzato da Villicana D’Annibale, Inc.

 

Breve biografia:

Il lavoro di Enzo Gambelli è il frutto di un intensa e meditata azione che si evolve lentamente sul supporto e la sua produzione risulta non copiosa. La ricerca artistica si e sviluppata nel tempo a cicli: I fiori, i nudi, l'inquinamento ambientale e altro.

L'ultimo al quale attende già da anni è rivolto all'impronta che il tempo lascia sulle cose, un tentativo di valorizzare l'estetica della caducità. L'esplorazione di una statua millenaria, di un frammento o un muro secolare, ma anche di metalli o legni sfigurati dal tempo segnano la sua poetica, in quel confine tra astratto e figurativo, dove si evidenziano forme non chiare che si manifestano e si celano ad un tempo, con aumenti e diminuzioni visive. Da qui nasce la tensione e la voglia di comunicare, grazie al contatto con quella profondità che i secoli e millenni sembrano manifestare, delineando un viatico proteso verso una meta più eterna e spirituale, lontana e più libera da certe banalità, superficialità o pianificazioni tipiche del nostro tempo.

 

Scrive di lui:

La sensibilità compositiva di Enzo Gambelli si muovo su un piano metalinguistico in cui il valore della memoria archeologica si presta ad un gioco di ricordi visivi. La sua pittura rielabora quelle sollecitazioni emotive maturate da un instancabile piacere itinerante, dalle costanti e ricorrenti visite nella Roma “antica”, Napoli, Pompei ed Ercolano (per citare alcune mète), dalle quali è possibile cogliere i riferimenti di un teatro archeologico eternizzato in un frammento parietale. La mole imponente delle campiture cromatiche, che nei lavori più recenti sono bloccate in solide monocromie ferugginose, ritagliano o meglio delimitano piccoli estratti delle antiche pitture parietali, inducendo l’osservatore a percorrere la tela per raggiungere la visione frammentaria. Ma se confrontassimo le pareti delle case pompeiane, o i grande edifici della Roma classica, con le visioni compositive di Gambelli ne riconosceremmo il valore di frammento parietale, dalle quali emergono le continue stratificazioni temporali. Il frammento, pertanto, assume una valenza tanto di qualità pittorico-parietale, ricordo di una immaginativa ricchezza decorativa, quanto scansione geometrica di uno spazio architettonico, lasciato maturare per poi abbandonarlo alla corruzione del tempo.

Ogni suo essenziale intervento pittorico, steso sulla superficie, stabilisce un intenso e dettagliato rapporto di dinamismi cromatici atti a ricreare incrostazioni, concrezioni, sedimenti di intonaci consunti, muffe e depositi post-deposizionali.

Eppure quel senso di fastidioso umidiccio viene eternizzato da una velata patina di edulcorata smaltatura che gela lo sguardo in un ricamo temporale complesso.

Gambelli non è un orfano del passato ma, in un certo senso, cerca di ripresentare la rovina nella sua veste entropica ed irreversibile. La stessa qualità entropica si percepisce in quei lavori in cui l’effimera stratificazione pittorica cede il passo ad una componente più materica. Qui l’archeologia si fa contemporanea. L’artista recupera oggetti di scarto, materiali di risulta (plastiche, laminati industriali, tavole abbandonate), presentati come rappresentazione di una trasformazione urbana che, seppur più vicina ai nostri giorni, non suggerisce l’idea di tempio stratificato ma la dimensione di una temporalità effimera e fittizia. Concludendo, con queste visioni d’archeologia Enzo Gambelli fornisce al tempo un vettore di senso, pensato non semplicemente come atto di accumulo di memorie riscoperte quanto ad immobile eternità (che comprende anche la nostra attualità) di residui temporali”. Antonio Locafaro, critico d’arte

 

La personale di Gambelli, a ingresso gratuito, rispetterà il seguente orario: da martedì al sabato dalle ore 16 alle ore 20; domenica 2 aprile dalle ore 18 alle ore 20; dietro appuntamento nei restanti giorni.

                                                                                                   

Per tutte le altre informazioni si prega di contattare Danielle Villicana D’Annibale a (+39) 338 6005593 o alla seguente email: villicanadannibaleinc@gmail.com.

Tutte le immagini sono coperte da copyright. 

 

Si prega di seguire e condividere con Via Cavour 85 e Villicana D’Annibale su Facebook (@viacavour85Arezzo), Twitter (@ViaCavour85AR), Pinterest (pinterest.com/daniellevillica), YouTube (youtube.com/user/villicanadannibale), Google+ (@Danielle Villicana D’Annibale) o tramite gli hashtags #EnzoGambelli, #TraEsteticadellaCaducitàeArcheologiaContemporanea, #DanielleVillicanaDAnnibale e #ViaCavour85.

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